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Monodiete a base di mela, banana ecc. Quali risultati?

Consumare un solo alimento (mele, banane, uva, riso integrale, ecc.) per diversi giorni per perdere peso e disintossicare l'organismo? Scopri se vale la pena seguire una monodieta.

Dieta della mela verde (detox)

Monodieta: definizione

Come suggerisce il nome, la monodieta prevede l'assunzione di un unico alimento per diversi giorni.

Nella pratica, le persone seguono generalmente una monodieta per 3 giorni al massimo consumando a sazietà (ossia fino a quando non hanno più fame) un solo alimento durante la giornata.

La monodieta è inoltre associata a un aumento del consumo di tisane, infusi, acque aromatizzate, ecc. L'unica regola sul consumo di liquidi è che questi non contengano zuccheri aggiunti – sono quindi esclusi i kefir e gli altri kombucha.

Le monodiete più popolari sono la dieta delle mele, delle banane, dell'uva o del riso integrale, ma in teoria si può utilizzare qualsiasi altro alimento “base”, ossia integrale e non trasformato (patata, patata dolce, pesca, albicocca, quinoa, eccetera).

La monodieta per perdere peso?

Le monodiete devono la loro popolarità a un prestigiatore americano che nel 2016 ha pubblicato un libro in cui descriveva come fosse riuscito a perdere quasi 10 chili in 5 settimane mangiando esclusivamente patate (1).

Da allora questo tipo di dieta è molto popolare tra coloro che vogliono perdere peso velocemente. E questo, nonostante gli avvertimenti dei nutrizionisti.

In sostanza, infatti, poiché la monodieta rappresenta generalmente una forma di digiuno, dopo le prime 24 ore , per provvedere ai suoi bisogni, l'organismo attingerà soprattutto alle riserve di glicogeno, una forma di carboidrati contenuta principalmente nei muscoli e nel fegato, nonché alle riserve proteiche presenti nei muscoli e in parte anche al tessuto adiposo ( 2-3).

Inoltre, una monodieta di solito provoca una significativa perdita di acqua. In definitiva, quindi, la riduzione di peso indotta da una monodieta seguita per 2-3 giorni è essenzialmente legata alla perdita di riserve di glicogeno, acqua, muscoli e poco grasso. Non si tratta, pertanto, di una dieta adeguata per perdere peso.

Per perdere peso è necessario privilegiare un'alimentazione equilibrata, che fornisca tutti i macronutrienti e micronutrienti necessari e produca un lieve deficit calorico. Praticare anche un'attività sportiva è ovviamente un aiuto in più.

I rischi associati a una monodieta

La monodieta presenta diversi rischi per la salute, primo fra tutti l'eccesso di fruttosio quando la dieta è composta da mele, banane e altri frutti.

Ad esempio, per ottenere un apporto sufficiente per mantenersi in forma e avere energia è necessario raggiungere le 1600 kcal al giorno, quindi consumare:

  • 3 kg di mele, che forniscono 180 g di fruttosio;
  • o 1,8 kg di banane, che forniscono 126 g di fruttosio;
  • oppure 2,4 kg di uva, che apportano 190 g di fruttosio;
  • ecc.

Tuttavia, si ritiene che gli effetti deleteri del fruttosio inizino a manifestarsi da 100 g al giorno in un adulto sano e solo da 60 g al giorno in un individuo affetto da diabete di tipo 2.

Inoltre, la digestione del fruttosio comporta spesso a diarrea, gas e gonfiore, in particolare nelle persone che hanno difficoltà a digerirlo e negli anziani, poiché la digeribilità del fruttosio diminuisce con l'età (5).

Ma soprattutto, il consumo di fruttosio porta alla produzione da parte dell'intestino di acidi grassi che determinano un aumento del livello dei trigliceridi nel sangue; inoltre, consumo eccessivo di fruttosio favorisce la malattia del fegato grasso (6).

Insomma: mangiare solo frutta per soddisfare il proprio fabbisogno calorico ha gli stessi effetti dell'assunzione di alcol. Peccato, per una cura detox...

Peraltro, una monodieta non fornisce i macronutrienti o i micronutrienti necessari per mantenere in salute l'organismo: proteine, lipidi, minerali, oligoelementi, omega 3, ecc.

Dunque vale la pena di consumare uno o due pasti costituiti da un unico alimento di tanto in tanto, anche per un'intera giornata, per far riposare l'apparato digerente. Ma consumare un solo alimento per diversi giorni, anche se intrinsecamente salutare, appare come un'eresia dal punto di vista dietetico.

La monodieta è una cura detox valida?

Perché l'altro incentivo per seguire una monodieta sarebbe quello di disintossicare l'organismo. Le ragioni addotte? Una monodieta permetterebbe all'intestino e al fegato di riposare ed eliminare i composti tossici prodotti dalla digestione.

Tuttavia, quando l'organismo funziona bene e l'alimentazione è equilibrata, è assolutamente inutile adottare una dieta “disintossicante”.

Ma soprattutto, come abbiamo appena visto, le monodiete a base di frutta hanno effetti dannosi sul fegato e sui livelli di trigliceridi nel sangue.

Per una “grande depurazione” e per favorire la disintossicazione dell'organismo, è quindi meglio prediligere, ancora una volta, un'alimentazione sana ed equilibrata priva di prodotti industriali e/o ultra-lavorati e povera di zuccheri raffinati. Una dieta acido-base è quindi eccellente per depurare l'organismo.

E se cerchi un sostegno per la salute del tuo fegato, opta invece per una cura con Liver Support Formula, che contiene carciofo (Cynara scolymus), Chlorella algae e cardo mariano (Silybum marianum), che contribuiscono alla buona salute del fegato (7-9) e Picrorhiza kurroa royle, noto per i suoi effetti epatoprotettivi ( 10). Puoi anche optare per un integratore di desmodio, una leguminosa nota anche per le sue proprietà epatoprotettive (11).

Bibliografia

  1. Penn, Jillette, « Presto ! How I made over 100 pounds disappear and other magical tales »
  2. MAUGHAN, R. J., FALLAH, J., et COYLE, E. F. The effects of fasting on metabolism and performance. British journal of sports medicine, 2010, vol. 44, no 7, p. 490-494.
  3. JENSEN, Michael D., EKBERG, Karin, et LANDAU, Bernard R. Lipid metabolism during fasting. American Journal of Physiology-Endocrinology And Metabolism, 2001, vol. 281, no 4, p. E789-E793.
  4. http://ceed-diabete.org/blog/le-fructose-ange-ou-demon/
  5. DORNAS, Waleska C., DE LIMA, Wanderson G., PEDROSA, Maria L., et al.Health implications of high-fructose intake and current research. Advances in nutrition, 2015, vol. 6, no 6, p. 729-737.
  6. WANG, D. David, SIEVENPIPER, John L., DE SOUZA, Russell J., et al.Effect of fructose on postprandial triglycerides: a systematic review and meta-analysis of controlled feeding trials. Atherosclerosis, 2014, vol. 232, no 1, p. 125-133.
  7. KRAFT, K. Artichoke leaf extract—recent findings reflecting effects on lipid metabolism, liver and gastrointestinal tracts. Phytomedicine, 1997, vol. 4, no 4, p. 369-378.
  8. SHIM, Jae-Young, SHIN, Hye-seoung, HAN, Jae-Gab, et al.Protective effects of Chlorella vulgaris on liver toxicity in cadmium-administered rats. Journal of medicinal food, 2008, vol. 11, no 3, p. 479-485.
  9. SUCHÝ, P., STRAKOVÁ, E., KUMMER, V., et al.Hepatoprotective effects of milk thistle (Silybum marianum) seed cakes during the chicken broiler fattening. Acta Veterinaria Brno, 2008, vol. 77, no 1, p. 31-38.
  10. VAIDYA, A. B., ANTARKAR, D. S., DOSHI, J. C., et al.Picrorhiza kurroa (Kutaki) Royle ex Benth as a hepatoprotective agent--experimental & clinical studies. Journal of Postgraduate Medicine, 1996, vol. 42, no 4, p. 105.
  11. KALYANI, G. A., RAMESH, C. K., et KRISHNA, V. Hepatoprotective and antioxidant activities of Desmodium triquetrum DC. Indian journal of pharmaceutical sciences, 2011, vol. 73, no 4, p. 463.

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