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Dieta Seignalet o ipotossica: principi e benefici

Sviluppata dal dottor Jean Seignalet negli anni ‘90, la dieta Seignalet, detta anche ipotossica, propone un sorprendente ritorno a una “dieta ancestrale”. Scopri in cosa consiste e quali importanti benefici per la salute si attribuisce.

Donna che segue la dieta Seignalet

Dieta Seignalet: quando un immunologo si occupa di nutrizione

Jean Seignalet era un medico. Specialista in immunologia, era docente universitario e medico ospedaliero. Pubblicò numerosi lavori sull’istocompatibilità, ossia sulla compatibilità dei tessuti tra individui (dato importante per i trapianti) (1).

Dopo una conferenza sull’istintoterapia (l’alimentazione regolata dall’istinto primordiale) a cui assistette negli anni ’80, e a seguito di un episodio personale di depressione, si interessò da vicino alla nutrizione.

Era infatti convinto che la moderna alimentazione occidentale determini l’infiammazione della parete intestinale, che provocherebbe una risposta autoimmune, la quale spiegherebbe lo sviluppo di alcuni tumori, dell’artrite reumatoide, della spondilite anchilosante, ecc.

Persistono molte polemiche circa il carattere scientifico dell’approccio e delle conclusioni di Jean Seignalet. Nonostante ciò, quasi tutti i medici oggi concordano sul fatto che l’alimentazione sia un fattore chiave della salute e si può riconoscere che Jean Seignalet seppe identificare prima di tutti l’importanza fondamentale del microbiota intestinale (formulandola diversamente).

I principi della dieta Seignalet: un approccio antinfiammatorio e ipotossico ancestrale

Per correggere un’alimentazione che favorisce l’infiammazione, Jean Seignalet propose quindi un “approccio antinfiammatorio e ipotossico ancestrale” (2).

Secondo lui…

  • I cereali moderni contengono troppo glutine (e infatti sono stati sviluppati per selezione genetica dall’inizio del XX secolo per ottimizzarne la resa) e devono quindi essere banditi a favore di cereali antichi e pseudocereali (grano saraceno, farro, avena, quinoa, miglio, orzo) (3).
  • Il corpo umano non è predisposto alla digestione del latte animale, indipendentemente dalla sua origine (mucca, capra, pecora). I latticini (formaggi, yogurt, ecc.) devono quindi essere banditi dall’alimentazione.
  • Il corpo non tollera lo zucchero raffinato, che produce un picco di glicemia pur essendo estremamente povero di micronutrienti.
  • Gli oli raffinati, idrogenati e riscaldati ad alta temperatura producono composti tossici e infiammatori per l’organismo e devono quindi essere banditi.
  • Gli alimenti provenienti dall’agricoltura industriale convenzionale contengono tracce significative di pesticidi che sono dannosi per l’organismo, quindi è opportuno consumare solo alimenti biologici.
  • Gli alimenti non devono essere cotti a temperature superiori a 110°C, non solo per impedire la reazione di Maillard, che genera prodotti della glicazione che favoriscono uno stress ossidativo delle cellule, ma anche per evitare di distruggere le vitamine e altri micronutrienti degli alimenti (4).

In sintesi, la dieta Seignalet o dieta ipotossica è estremamente simile alla dieta che oggi viene definita paleolitica e che egli definiva ancestrale. Il principio della dieta Seignalet prevede di avvicinarsi all’alimentazione naturale dell’umanità, eliminando i cibi e le pratiche nocive della civilizzazione.

Dieta Seignalet: pericoli?

In sostanza, una parte della comunità scientifica muove solo due critiche all’approccio di Seignalet:

  • la sua dieta e la sua teoria non si basano su solidi studi scientifici, ma su osservazioni empiriche puntuali – ogni aspetto dell’approccio dovrebbe quindi essere valutato con dispositivi sperimentali, in particolare randomizzati;
  • alcune persone, che rifiutano la medicina contemporanea, vedono nella dieta ipotossica un metodo miracoloso che consentirebbe di non ammalarsi mai e di curarsi senza farmaci. Il pericolo principale sarebbe quindi questo: credere che sia sufficiente modificare la propria alimentazione per proteggersi dalle malattie.

Si noti che:

  • l’alimentazione non è l’unico fattore di rischio di sviluppo di una malattia, giacché l’ambiente esterno può, di per sé, essere fonte di patogeni;
  • se un’alimentazione sana ed equilibrata permette di rafforzare il sistema immunitario, in caso di patologie, soprattutto se gravi, è indispensabile sfruttare le risorse della medicina moderna per curarsi.

Ma comunque, in quanto tale, la dieta Seignalet non presenta alcun pericolo: consiste semplicemente in un’alimentazione sana e adatta al nostro organismo.

Vitamine e probiotici al centro della dieta Seignalet

Il dottor Jean Seignalet raccomandava un’integrazione con vitamine, oligoelementi e sali minerali, necessaria secondo lui per compensare uno stile di vita disconnesso da quello a cui il nostro organismo è predisposto. Si tratta essenzialmente di concentrarsi su:

Molto interessato alla salute dell’intestino, Jean Seignalet fu inoltre uno dei primi medici a raccomandare il consumo di fermenti lattici (ad esempio attraverso il consumo di cavoli fermentati, miso, sottaceti fermentati, ecc.). Soprattutto perché rifiutava il consumo di prodotti lattiero-caseari.

La dieta Seignalet integra quindi ciò che oggi viene classificato nella categoria dei probiotici per prendersi cura del microbiota intestinale (5). Si noti che alcune formule probiotiche raggruppano diversi ceppi di fermenti lattici.

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Bibliografia

  1. BUSSON, Marc, RAFFOUX, Colette, BOUTEILLER, Anne Marie, et al.Influence of HLA-A, B, and DR matching on the outcome of kidney transplant survival in preimmunized patients. Transplantation, 1984, vol. 38, no 3, p. 227-229.
  2. SEIGNALET, Jean. L'alimentation ou la troisième médecine. Editions du Rocher, 2012.
  3. BUSTAMANTE, María Ángeles, FERNÁNDEZ-GIL, María Pilar, CHURRUCA, Itziar, et al.Evolution of gluten content in cereal-based gluten-free products: An overview from 1998 to 2016. Nutrients, 2017, vol. 9, no 1, p. 21.
  4. TAMANNA, Nahid, MAHMOOD, Niaz, et al.Food processing and maillard reaction products: effect on human health and nutrition. International journal of food science, 2015, vol. 2015.
  5. PESSIONE, Enrica. Lactic acid bacteria contribution to gut microbiota complexity: lights and shadows. Frontiers in cellular and infection microbiology, 2012, vol. 2, p. 86.

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