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Esistono dei probiotici contro la depressione?

Da diversi anni la depressione è sempre più diffusa, in particolare tra i giovani adulti. I modi per curarla sono complessi, ma stanno emergendo nuove prospettive terapeutiche riguardanti i probiotici, che sono verosimilmente in grado di influenzare il sistema nervoso centrale...

Probiotici antidepressivi

Depressione e disturbi depressivi: una questione di equilibrio chimico nel cervello

Nella vita tutti attraversiamo dei periodi bui caratterizzati da tristezza, noia o malinconia, senza per questo soffrire di depressione. Si parla quindi, più comunemente, di tristezza passeggera.

La depressione è un’altra questione. È una malattia psichica riconosciuta e caratterizzata da disturbi dell’umore che possono condizionare fortemente la vita sociale e causare grave sofferenza personale, ogni giorno per un minimo di due settimane. È accompagnata da sintomi specifici (4 di questi sono necessari):

  • umore depresso, associato a profondo dolore morale e perdita di autostima;
  • perdita di interesse e piacere per le attività quotidiane, anche quelle che erano abitualmente gradevoli;
  • sensazione che la vita non valga la pena di essere vissuta;
  • senso di angoscia ricorrente;
  • rallentamento psicomotorio generale;
  • affaticamento generale, più pronunciato al risveglio;
  • perdita di appetito;
  • disturbi del sonno, spesso con insonnia nella seconda parte della notte e risveglio mattutino precoce;
  • disturbi dell’attenzione, della concentrazione e della memoria.

In presenza di questi disturbi, il funzionamento del cervello è chiaramente alterato: i neurotrasmettitori presentano anomalie di produzione e non svolgono correttamente le loro funzioni. In particolare, è il caso della serotonina (gioia di vivere), della dopamina (ricerca del piacere), del GABA (dissociazione) e della noradrenalina (energia e concentrazione), che influiscono tutti positivamente sull’umore.

Questo è il motivo per cui i medici spesso prescrivono farmaci in grado di modificare l’equilibrio chimico del cervello, soprattutto antidepressivi capaci di aumentare i livelli di questi neurotrasmettitori (come gli “inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina” che bloccano il riassorbimento del neurotrasmettitore da parte delle cellule nervose e quindi aumentano la quantità di serotonina disponibile).

Probiotici per ripristinare il livello di alcuni neurotrasmettitori e migliorare l’umore?

I probiotici sono microrganismi che provengono da alcuni alimenti fermentati e che agiscono favorevolmente sul microbiota intestinale, un’immensa comunità microbica che popola il nostro intestino. A differenza dei batteri che compongono il microbiota, i probiotici non si impiantano in modo duraturo nell’apparato digerente. I loro effetti sono quindi transitori, ma inconfutabili: negli ultimi vent’anni, migliaia di studi hanno dimostrato che contribuiscono all’equilibrio del microbiota intestinale. In altre parole, riescono a eliminare i batteri patogeni estranei e ad incoraggiare il ritorno e lo sviluppo dei batteri benefici, quelli che vivono in simbiosi con l’uomo da migliaia di anni.

Questo riequilibrio ha ovviamente conseguenze positive per la funzione digestiva ma, più sorprendentemente, la comunità scientifica ha dimostrato che ha dei potenziali effetti sulla salute mentale, e in particolare sull’umore. Infatti, i microrganismi intestinali non solo sono in grado di produrre dei neurotrasmettitori identici a quelli prodotti nel nostro cervello, ma li trasmettono anche attraverso il nervo vago, che parte dall’encefalo e raggiunge l’addome. È così che i bacilli comunicano costantemente con il cervello, scambiandosi vari messaggeri. Diversi ceppi di Lactobacilli e Bifidobacteria secernono GABA, mentre altre specie batteriche producono serotonina (1). Alcuni studi hanno persino dimostrato che l’uso di ceppi probiotici in grado di produrre anche questi neurotrasmettitori influenzava davvero il livello degli stessi neurotrasmettitori 50 cm più in alto, nella corteccia frontale.

Un secondo meccanismo d’azione spiegherebbe l’interesse di questi probiotici specifici, ribattezzati psicobiotici, relativamente all’umore ossia la capacità di normalizzare indirettamente i livelli di infiammazione. In che modo? Rafforzando la barriera intestinale, riducendo il passaggio di batteri patogeni oltre questa stessa (2) e, infine, diminuendo il numero di citochine infiammatorie e sostanze dannose che circolano nell’organismo. Tuttavia, nelle persone depresse, i marcatori dell’infiammazione sono anormalmente elevati (3-5).

Probiotici e altri integratori interessanti in caso di depressione e per la salute mentale in generale

Sappi che esistono già formule sinergiche contenenti alcuni dei ceppi probiotici citati negli studi precedenti. L’integratore all’avanguardia Lactoxira è stato appositamente progettato a partire dalle ultime scoperte relative alla comunicazione intestino-cervello. Può essere un’arma in più nella lotta contro gli stati di malinconia e l’umore cupo, così come altri integratori più classici.

Tra gli altri integratori alimentari ricordiamo gli acidi grassi omega-3 (rappresentati da Super Omega 3 di SuperSmart), che svolgono un ruolo nella fluidità delle membrane cellulari del cervello e influenzano i livelli di neurotrasmettitori. Una delle forme di omega-3, il DHA, è quindi nota per contribuire al mantenimento di una normale funzione cerebrale (6).

Anche le vitamine del gruppo B, soprattutto l’acido folico, sono da considerare. Svolgono un ruolo importante nella sintesi dei neurotrasmettitori che influenzano l’umore (in particolare la serotonina).

Citiamo, infine, il 5-HTP, apprezzato precursore della serotonina generalmente estratto dai semi della pianta africana Griffonia simplicifolia.

Naturalmente, non esitare a rivolgerti a un professionista sanitario se stai considerando l’assunzione di integratori nel contesto di disturbi dell’umore o depressione.

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Bibliografia

  1. Dinan TG, Stanton C, Cryan JF (2013) Psychobiotics: a novel class of psychotropic. Biol Psychiatry 74(10):720–726
  2. Maes M, Kubera M, Leunis JC et al (2013) In depression, bacterial translocation may drive inflammatory responses, oxidative and nitrosative stress (O&NS), and autoimmune responses directed against O&NS-damaged neoepitopes. Acta Psychiatr Scand 127(5):344–354
  3. Wium-Andersen MK, Ørsted DD, Nielsen SF, et al: Elevated C-reactive protein levels, psychological distress, and depression in 73,131 individuals. JAMA Psychiatry 2013; 70:176–184
  4. Cepeda MS, Makadia R: Depression is associated with high levels of C reactive protein and low levels of exhaled nitric oxide: results from the 2007–2012 National Health and Nutrition Examination Surveys. J Clin Psychiatry (Epub ahead of print, June 21, 2016)
  5. Berk M, Williams LJ, Jacka FN, et al: So depression is an inflammatory disease, but where does the inflammation come from? BMC Med 2013; 11:200
  6. Hibbeln JR. Fish consumption and major depression. Lancet. 1998;351(9110):1213. Lettre; Texte intégral

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