Il bruciore di stomaco è uno dei dolori gastrici più comuni e colpisce oltre la metà della popolazione dopo i 50 anni. I nostri consigli per “spegnere le fiamme”.
Il bruciore di stomaco o pirosi si manifesta con una sensazione dolorosa nella regione epigastrica (regione superiore dell’addome) che può estendersi dietro lo sterno e nella gola. Si manifesta più frequentemente dopo un pasto e si accentua quando ci si piega in avanti, ci si sdraia o si pratica dell’attività fisica.
Questa sensazione è spesso legata al rigurgito acido, il sintomo principale del reflusso gastroesofageo (MRGE) che si riferisce al passaggio cronico del contenuto dello stomaco nell’esofago (1).
Il bruciore di stomaco che si verifica occasionalmente, ad esempio dopo un pasto troppo abbondante, non desta preoccupazione. Diventa tuttavia problematico quando si verifica quotidianamente.
Il nostro stomaco è dotato di meccanismi anti-reflusso che dovrebbero impedire al bolo alimentare di risalire verso l’esofago e il principale tra questi è lo sfintere esofageo inferiore (SEI), una specie di valvola di congiunzione tra esofago e cardias (orifizio di sbocco nello stomaco). Quando il SEI non si chiude completamente, lascia fuoriuscire i succhi gastrici che attaccano e danneggiano le pareti esofagee (2).
Questo rilassamento eccessivo del SEI è accentuato da alcuni comportamenti che indeboliscono il tono dello sfintere o causano una distensione dello stomaco: pasti troppo abbondanti, masticazione insufficiente, consumo eccessivo di bevande gassate (3-4)…
La gravidanza esercita una pressione ascendente nell’addome che può causare un malfunzionamento del SEI (5). Per le stesse ragioni, il sovrappeso, l’uso di indumenti stretti alla cintura o una fermentazione intestinale eccessiva aggravano il reflusso gastrico (6-7).
L’ernia iatale si verifica quando la porzione superiore dello stomaco risale dall’addome nella cavità toracica. Nelle cosiddette ernie “da scivolamento”, il SEI subisce le pressioni del diaframma durante la respirazione e può perdere di tenuta (8).
Che sia fisico o psicologico, lo stress favorisce il bruciore di stomaco perché ritarda lo svuotamento, accentua la distensione, aumenta l’acidità gastrica e mantiene uno stato di infiammazione cronica (9).
È ormai scientificamente provato che l’aspirina e i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) assunti a lungo termine indeboliscono ed erodono la mucosa gastrica (10).
Per quanto riguarda l’alimentazione, si raccomanda di ridurre il consumo di alcol e di alcuni alimenti irritanti per la mucosa gastrica, come le spezie, il pomodoro, l’aglio, lacipolla, gli agrumi, il sale, lo zucchero e l’aceto. I grassi, in particolare quelli saturi, rallentano lo svuotamento gastrico e sono quindi da limitare, così come il caffè, il tè e il cioccolato che riducono il tono del SEI (11). In pratica, è necessario dare la priorità alla propria tolleranza personale.
Alcuni alimenti sono neutri o protettivi contro i disturbi gastrici: un buon apporto di proteine magre (pollame, pesce, ecc.) rafforzerebbe il tono del SEI (12), mentre le verdure verdi e gli amidi in quantità ragionevoli sono generalmente ben tollerati.
È meglio mangiare la frutta fresca lontano dai pasti per limitare la fermentazione. Tra gli alimenti più consigliati contro il reflusso acido citiamo la banana, la mela, la pera o la papaya (13).
In caso di acidità di stomaco e reflusso acido, non esitare a chiedere consiglio al medico che, dopo una valutazione, potrà proporti il trattamento adatto. I farmaci antiacidi da banco tamponano l’eccesso di acidità; sebbene agiscano rapidamente, offrono solo un sollievo temporaneo che costringe a ripeterne l’assunzione e non risolvono la causa del problema.
Gli inibitori della pompa protonica (IPP) sono tra i farmaci più prescritti dai medici per il trattamento del reflusso gastrico. Riducendo la secrezione di acido cloridrico (la componente acida del succo gastrico), riducono la virulenza del bruciore di stomaco e favoriscono la cicatrizzazione delle lesioni.
Se assunti a lungo termine, tuttavia, presenterebbero degli effetti indesiderati: aumento del rischio cardiovascolare, malassorbimento di vari nutrienti (calcio, magnesio, ferro e vitamina B12), dipendenza (14), ecc.
Si noti che in alcuni casi di reflusso grave, si può prendere in considerazione un intervento chirurgico per stringere la valvola tra esofago e stomaco.
In caso di bruciore di stomaco, prepara un cataplasma di argilla verde (mescolandolo con acqua) che applicherai sullo stomaco in uno strato spesso 3 cm. Copri con un panno umido e lascia in posa da 20 minuti a 3 ore.
In virtù delle sue proprietà antiossidanti, il miele aiuterebbe a prevenire i danni alle cellule del tratto digerente; la sua consistenza pastosa, inoltre, gli permetterebbe di aderire alla parete gastrica per proteggerla dall’eccesso di acidità (16). Tra le varietà più ambite si annoverano i mieli di tarassaco, acacia, melissa e manuka.
Una volta fatta la diagnosi, alcuni integratori alimentari possono essere abbinati con cura ai trattamenti convenzionali.
La liquirizia (Glycyrrhiza glabra) favorisce la salute gastrointestinale stimolando la produzione di muco da parte dello stomaco (17). Tuttavia, a causa dell’alto contenuto di glicirrizina, l’assunzione di dosi elevate causerebbe degli effetti collaterali (mal di testa, disturbi cardiaci, aumento della pressione sanguigna) (18). Per sfruttare il suo potenziale in modo sicuro, opta per una forma deglicirrizzinata (come DGL, garantita senza glicirrizina e ottenuta dalle radici di liquirizia, la parte più studiata per i suoi effetti sullo stomaco).
Originario del bacino del Mediterraneo, il lentisco (Pistacia lentiscus L.) dà una resina chiamata mastice di Chios. Formando una pellicola protettiva sulla parete dello stomaco, potrebbe limitare l’adesione di alcuni patogeni coinvolti nel reflusso gastroesofageo (l’estratto di pistacchio Mastic Gum è standardizzato al 10% di acidi masticonici per un’azione rinforzata) (19).
Merita di essere menzionata anche la possibilità di un’infezione da Helicobacter pylori (20). Si stima che 1 occidentale su 4 lo ospiti nella sua mucosa gastrica e, sebbene possa rimanere silente, a volte si manifesta in maniera evidente con dolori digestivi o lo sviluppo di un’ulcera. Recentemente, un particolare ceppo di lattobacilli ha dimostrato la capacità di legarsi a questo batterio (si veda la formula H. Pylori Fight, che punta sul ceppo brevettato Pylopass™ derivato da L. reuteri) (21).
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