L'ipertensione arteriosa, troppo spesso ignorata e presa in considerazione, è una delle principali cause di disturbi cardiovascolari e riguarda il 20% delle persone adulte. Il punto sulla situazione.
Quasi sempre le cause dell'ipertensione arteriosa non sono chiaramente individuate. In questo caso si parla di ipertensione primaria o essenziale, che si oppone all'ipertensione secondaria (che interessa soltanto il 10% dei pazienti), provocata da una patologia come ad esempio un'infezione ai reni, alle ghiandole surrenali o problemi di tiroide. In compenso son ben noti i rischi che favoriscono la comparsa dell'ipertensione e che sono legati allo stile di vita: stress, tabagismo, obesità, alimentazione non equilibrata (e ricca di sale), mancanza di attività fisica. A ciò si aggiungono poi fattori esterni quali l'età, la familiarità o l'origine geografica (le Antille e alcune regioni dell'Asia hanno un maggior numero di ipertesi). Attenzione anche ad alcuni farmaci (ad esempio gli antinfiammatori) o alla liquirizia, noti per il loro effetto di innalzamento della pressione arteriosa.
Secondo l'OMS è la seconda causa di morte prematura dopo il tabagismo. L'ipertensione rappresenta inoltre un problema che interessa sempre più persone, in particolare con l'avanzare dell'età, le modifiche allo stile di vita (sedentarietà), il sovrappeso, il tabagismo, ecc. Si stima che alle attuali condizioni di vita, gli ipertesi supereranno il miliardo e mezzo di individui su scala mondiale entro il 2025. Secondo l'Inserm (Istituto Nazionale per la salute e la Ricerca Medica - Institut national de la santé et de la recherche médicale) in Francia sono oltre 14 milioni le persone che soffrono di ipertensione arteriosa e il 90% delle persone di età superiore agli 85 anni.
Secondo i numeri del Comitato francese per la lotta contro l'ipertensione arteriosa (Comité français de lutte contre l’hypertension artérielle) e della Fondazione per la ricerca sull'ipertensione arteriosa (Fondation de recherche sur l’hypertension artérielle), oltre 6 milioni dei quasi 14 milioni di francesi ipertesi non seguono alcuna cura specifica. Anzi peggio: la maggior parte degli ipertesi non controlla costantemente la pressione.
Lo studio francese ENNS condotto nel 2007 ha dimostrato che soltanto la metà degli ipertesi era a conoscenza del fatto di avere la pressione troppo alta. La restante metà lo ignorava. In effetti l'ipertensione è una patologia insidiosa che si evolve lentamente (nel corso degli anni) e senza necessariamente provocare sintomi. In tali condizioni è difficile scoprire il problema, a meno che si tenga costantemente sotto controllo la pressione. Tuttavia in alcuni casi ci sono determinati sintomi che possono far sospettare un'ipertensione arteriosa: mal di testa localizzato nella parte posteriore o sulla sommità del cranio, macchioline davanti agli occhi o vista annebbiata, crampi, stanchezza…
Anche se l'ipertensione non è una vera e propria malattia, deve essere curata come tale, poiché aumenta considerevolmente i rischi di sviluppare patologie gravi. Quali? I disturbi cardiaci e vascolari quali l'infarto del miocardio o l'AVC (accidente vascolare cerebrale), l'insufficienza cardiaca o l'insufficienza renale. L'ipertensione aumenta d'altro canto il rischio di sviluppare l'aterosclerosi (arterie che si induriscono). Alcuni disturbi della vista possono essere ricondotti a un'ipertensione non curata.
Alcune piante si rivelano essere molto efficaci contro l'ipertensione, sia perché sono diuretiche sia perché hanno proprietà ipotensive. È il caso del ribes, del biancospino, dell'ylang-ylang, dell'ibisco, delle foglie di ulivo o ancora dei semi di sedano dalle virtù depurative. È possibile reperirle sotto forma di estratti, oli essenziali, tintura madre... I complessi che racchiudono vari composti attivi (ad esempio piante, vitamine e oligoelementi mirati) o che contengono una molecola attiva come l’ubiquinolo - sono ipotensivi naturali raccomandati in caso di lieve ipertensione. In ogni caso è opportuno chiedere il parere di un naturopata.
Il sale contenuto negli alimenti incide direttamente sulla pressione arteriosa. Le persone ipertese devono assolutamente ridurre il consumo di sale. Come? Evitando di aggiungere sale ai piatti e utilizzando un quantitativo minimo di sale durante la preparazione dei pasti, ma anche evitando i cibi conservati, i prodotti industriali, gli alimenti eccessivamente salati (patatine, pesce affumicato, salumi…). È al contempo necessario tenere sotto controllo l'apporto di grassi, riducendo complessivamente gli alimenti grassi e privilegiando i grassi buoni (insaturi). Infine, gli alimenti ricchi in fibre e in potassio hanno un effetto benefico sulla pressione. Puntate dunque sui cereali integrali, le noci, i legumi, le verdure (spinaci, cavolo, broccoli, finocchio…), la frutta…
Secondo l’Organizzazione mondiale della salute (OMS), l’ipertensione colpisce il 50% delle donne di età superiore ai 65 anni, contro soltanto il 30% degli uomini. Perché? Pare che gli ormoni femminili non proteggano come si credeva l'innalzamento della pressione, in particolare dopo la menopausa o sotto l'effetto di alcuni contraccettivi (in particolare la pillola). Esiste un'ipertensione specifica della gravidanza (tossiemia gravidica) che necessita di essere seguita in maniera mirata visti gli importanti rischi di gravi complicanze (pre-eclampsia, nascita prematura...) che mettono a rischio la salute della mamma e del bambino.
Si ritiene che una pressione è "normale" quando si aggira attorno ai 12/8 cm Hg (centimetri di mercurio) o 120/80 mm Hg (millimetri di mercurio). 12 rappresenta la pressione sistolica misurata nel momento in cui il cuore si contrae, quindi è la pressione massima del sangue; 8 corrisponde alla pressione diastolica, misurata nel momento in cui il cuore si dilata, quindi è la pressione minima del sangue. Si ritiene che la pressione sia troppo alta quando supera i 14/9 cm Hg. Ma attenzione, è normale che la pressione cambi da un momento all'altro in condizioni di stress o dopo un'emozione. Per parlare di ipertensione arteriosa, la pressione deve rimanere costantemente alta.
In caso di ipertensione arteriosa diagnosticata, è tassativo modificare il proprio stile di vita per poter controllare meglio la patologia. Ma adottare un corretto stile di vita a monte consente anche (e soprattutto) di evitare di soffrire di ipertensione. I gesti giusti? Un'alimentazione varia ed equilibrata (si veda sopra), ma anche smettere di fumare e ridurre il consumo di alcol. Gli specialisti consigliano anche di praticare almeno 30 minuti di attività fisica tutti i giorni, consentendo di ridurre la pressione da 5 a 10 mm Hg.
Il diabetico, che già deve tenere sotto controllo l'alimentazione e la percentuale di insulina, deve essere anche particolarmente attento alla pressione. In effetti il diabete rientra tra le cause note di ipertensione. Inoltre l'associazione diabete + ipertensione arteriosa aumenta notevolmente i rischi di malattie cardiovascolari.
Una volta ottenuta una diagnosi di ipertensione arteriosa, il medico dovrà prescrivere una cura e un monitoraggio costante fissando opportune visite di controllo. Se le regole relative allo stile di vita e all'alimentazione si applicano a tutti (LA prima cura prescritta), i farmaci proposti dovranno essere specifici in base al profilo di ogni singolo paziente. Il medico, che ha disposizione una vasta gamma di farmaci ipotensivi (diuretici, betabloccanti, inibitori di calcio...) procederà a formulare associazioni di farmaci per ottenere i risultati migliori. Tali cure vengono solitamente seguite a vista. Tuttavia, per una percentuale compresa tra il 10 e il 30% degli ipertesi i farmaci risultano essere inefficaci. In tal caso si parla di ipertensione resistente.
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