Estenuante e psicologicamente sfiancante, l’endometriosi colpisce il 10% delle donne in età fertile. Scopri quali sono gli integratori alimentari da privilegiare per aiutarti a convivere meglio con questa malattia.
L’endometriosi è una patologia ginecologica frequente che colpisce 1 donna su 10 prima della menopausa. È caratterizzata dalla migrazione di cellule dell’endometrio (la mucosa che riveste l’interno del corpo dell’utero) al di fuori della cavità uterina, che si sviluppano poi sotto forma di lesioni benigne o aderenze (1) che possono comparire nelle tube, nelle ovaie, ma anche nella vescica o nel retto.
Poiché sono costituite da tessuto endometriale, le lesioni rispondono alle variazioni dei livelli ormonali durante il ciclo mestruale, pertanto crescono, sanguinano e sviluppano tessuto fibroso, più o meno come accade per la mucosa uterina. Questo spiega, in particolare, i forti dolori provati durante le mestruazioni.
In alcune donne, la malattia rimane asintomatica. In altre, invece, il dolore pelvico ricorrente e acuto, specialmente durante le mestruazioni, è un sintomo determinante (2). Talvolta, nel corso del tempo, l’infiammazione si cronicizza a causa della retrazione dei tessuti e di una sensibilità neurologica sempre maggiore.
A seconda della localizzazione delle cellule endometriali, possono manifestarsi anche dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali), difficoltà o necessità frequente di urinare, oppure dolore durante la defecazione (3). Infine, tra il 30% e il 50% delle donne affette da endometriosi sarebbe infertile (4).
Quando la paziente non lamenta sintomi o disturbi funzionali, di solito non viene proposto alcun trattamento. In caso contrario, vengono generalmente prese in considerazione diverse strategie terapeutiche.
Al fine di ridurre il dolore, vengono proposti trattamenti ormonali (contraccettivi estroprogestinici, progestinici, analoghi della gonadoliberina...), che determinando l’arresto delle mestruazioni (amenorrea) riescono normalmente a stabilizzare le lesioni o addirittura a farle regredire. Tuttavia, queste non scompariranno del tutto. Possono essere prescritti anche farmaci analgesici più o meno potenti (paracetamolo, FANS, antiepilettici, antidepressivi...) a seconda dell’intensità dello stimolo doloroso (5).
Si noti che la neurostimolazione, il cui scopo è modulare i messaggi nervosi inviati al cervello tramite impulsi elettrici controllati, spesso dà buoni risultati sul dolore pelvico neuropatico (6).
Per le donne che desiderano avere figli o che non traggono beneficio dal primo approccio terapeutico, la chirurgia è l’ultima risorsa, con l’obiettivo di rimuovere o distruggere (mediante coagulazione o vaporizzazione laser) le lesioni incriminate. Si tratta tuttavia di un’operazione complessa, soprattutto in caso di endometriosi disseminata, che richiede una buona valutazione preventiva del rapporto rischio-beneficio (7).
Come accennato in precedenza, non esiste un integratore alimentare in grado di curare l’endometriosi. Alcune sostanze possono tuttavia integrare i trattamenti convenzionali fornendo un sostegno fisico o mentale alle donne che ne soffrono. Prima di iniziare ad assumere qualsiasi integratore, consulta il medico che ti consiglierà quelli più adatti alla tua condizione.
Tra i composti naturali più frequentemente citati in letteratura troviamo la curcuma. Questa spezia, regina della medicina ayurvedica, interviene nella gestione della risposta infiammatoria e ha proprietà antiossidanti, una virtù che deve principalmente alla sua ricchezza di curcumina (8). Al momento, gli scienziati stanno cercando di capire come agisce sulla produzione di estrogeni e i suoi effetti sull’invasione, l’adesione e l’angiogenesi dei tessuti da parte delle cellule endometriosiche (9-10).
Sintetizzata principalmente tramite l’esposizione al sole, la vitamina D svolge un ruolo nel processo di divisione cellulare e partecipa al normale funzionamento del sistema immunitario (11-12). È inoltre dimostrato che le ovaie e l’endometrio ospitano dei recettori della vitamina D e diversi enzimi coinvolti nel suo metabolismo. Questa vitamina potrebbe quindi agire in un ambiente immunologico specifico della regione uterina, mediando tra l’altro il rapporto tra citochine antinfiammatorie e proinfiammatorie (13).
Un maggiore apporto di acidi grassi omega 3, in particolare di EPA e DHA di origine marina, presenterebbe anche dei benefici compensando il consumo eccessivo di omega 6. Infatti, l’acido arachidonico, una forma particolare di omega 6, fungerebbe da substrato per la sintesi delle prostaglandine (PGE2) e dei leucotrieni (LTB4), possibilmente implicati nei dolori pelvici legati all’endometriosi (14).
Un altro studio evidenzia che le tube di Falloppio delle donne affette da endometriosi si contrarrebbero in modo più spasmodico e irregolare (15). Questo fenomeno potrebbe aggravare la mestruazione retrograda (risalita dei flussi sanguigni verso le tube), un’anomalia riscontrata costantemente in questa patologia. Inoltre, non è raro che l’endometriosi sia accompagnata da un’intensa stanchezza psicologica a causa del carattere cronico della malattia (16). Pur in mancanza di studi sull’argomento, un’integrazione di magnesio, che contribuisce al normale funzionamento sia dei muscoli che del sistema nervoso, potrebbe rivelarsi salutare (17-18).
Alcune forme di endometriosi si associano a disbiosi, ossia a uno squilibrio della flora intestinale in cui i batteri cattivi prendono il sopravvento su quelli buoni (19). Questo disturbo può influenzare la sfera immunitaria e favorire l’impianto anomalo delle cellule uterine in regioni dove non sono normalmente tollerate. Disseminando il tratto intestinale di microrganismi “amici”, i probiotici contribuiscono all’equilibrio del microbiota intestinale. Nel caso dell’endometriosi, alcuni ceppi specifici, come il Lactobacillus gasseri, sono studiati più nello specifico (20).
Si noti che alcune piante utilizzate per migliorare il comfort mestruale, come l’agnocasto, sono talvolta raccomandate per le donne con endometriosi (21) e, tuttavia, possono alterare in profondità il sistema ormonale influenzando direttamente i livelli di prolattina e progesterone. Pertanto, si consiglia vivamente di utilizzarli solo sotto controllo medico.
Oltre agli integratori alimentari, si possono esplorare altre possibilità nel campo delle medicine dolci o alternative. Lo yoga, la sofrologia, il rilassamento, l’agopuntura o l’osteopatia forniscono strumenti preziosi per meglio comprendere e gestire il dolore quotidiano e migliorare la qualità della vita (22). Anche l’aspetto nutrizionale, con un’alimentazione antinfiammatoria ricca di frutta, verdura e antiossidanti, meriterebbe di essere più considerato (23).
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16 Giorni
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